2010-10-14

In un periodo in cui si grida che l'energia sta mancando, è necessario tornare al nucleare, le rinnovabili sono belle ma non bastano, ecc ecc…, vi è mai capitato di leggere qualcosa a riguardo di un certo progetto KiteGen?
Bene, se ne trova sporadica traccia già nel 2008 [link], ma sappiamo che il lettore medio non guarda le pagine interne dei quotidiani, soprattutto le più noiose; ne ha parlato SuperQuark, verso la fine di Luglio, mese in cui nessuno si mette davanti alla TV… Per cui questo progetto sta passando sotto silenzio, interessando solo le persone coinvolte.
È un sistema per catturare energia dal vento, ma senza usare le pale eoliche, piuttosto ingombranti (sempre meglio di una centrale a carbone o di una nucleare, certo). L'idea di base è di usare i venti di alta quota; tanto per dare un'idea, se potessimo utilizzare l'energia cinetica dei venti esistenti su una zona paragonabile ad una centrale nucleare, otterremmo circa 1GW di potenza, praticamente quella prodotta dalla centrale stessa, però senza alcun inquinamento.
Il problema è di arrivare a quelle quote: le pale eoliche hanno un'altezza massima, oltre la quale la struttura non è più in grado di sostenerle. Si tratta quindi di pensare a delle "pale" senza sostegni. Praticamente stiamo parlando di… aquiloni!
Il principio è proprio quello: una volta che il nostro aquilone si è alzato (sappiamo che per quelli piccoli basta un bambino che corre!), il vento, sempre presente in quota, fa la sua parte, alzandolo sempre di più. I cavi che tengono l'aquilone si srotolano da un verricello, la cui rotazione genera quindi energia.
Arrivati alla massima altezza (che può arrivare attorno ai 1500 metri), il computer da terra comanda l'aquilone in modo da ridurre quasi a zero l'impatto del vento e lo ritira giù, assorbendo energia; arrivato a 100-150 metri da terra, lo ridispiega e l'aquilone si rialza, creando nuova energia. L'energia guadagnata durante l'ascesa è maggiore di 3 o 4 ordini di grandezza rispetto a quella necessaria per riportare in basso l'aquilone.
Il bello è che in questo modo si arriva facilmente alle centinaia di MW, prodotti da una installazione di una 30ina di metri di diametro, con una centesima parte dei materiali occorrenti per una qualsiasi altra centrale, sia elettrica che nucleare.
Se gli esperimenti attuali (in corso a Berzano), confermeranno le promesse, si potrà passare allo stadio successivo, dove un'installazione più grande, attorno al chilometro quadro, fatta da più unità sincronizzate, potrà arrivare facilmente a produrre 1 GW con una costanza dell'80%; praticamente la potenza di una centrale nucleare.
Il costo? Le valutazioni attuali parlano di 80 milioni di euro, rispetto agli oltre 2 miliardi di una centrale nucleare. Considerando che questa tecnologia è solamente agli inizi, si può solo pensare che questi costi diminuiscano.
Purtroppo bisogna registrare che, pur essendo un'invenzione italiana, rischiamo di farcela scappare; i finanziamenti ottenuti sul progetto non sono mai stati elargiti. Il primo finanziatore si porterà via tutto. Magari, chissà, in quel momento il progetto potrebbe guadagnare le prime pagine dei giornali.
Se volete approfondire, questo è il link al sito web del progetto, mentre questo è un utile riassunto su Wikipedia.

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