2010-05-17

Facebook e i nostri dati

Ancora un problema di privacy: da un po' di tempo Facebook sembra aver perso un po' di smalto, dopo i segnali di poca privacy avanzate da più parti. Il fondatore del network si deve essere spinto un po' troppo oltre per ottenere più guadagni; infatti un sito principalmente gratuito deve basarsi sulla pubblicità per coprire le spese, ma può anche (a dispetto delle leggi) comunicare a clienti paganti informazioni ambite: i gusti dei propri clienti.
Infatti, se non si ha l'avvertenza di cancellare i cookie all'uscita di una sessione di Facebook, si potrebbe entrare in un sito e trovarlo un po' diverso da come potrebbe essere, in quanto il sito stesso vede che avete un account Facebook, può conoscere la vostra musica preferita, libri, ecc... e mostrarvi quello che potrebbe stuzzicare.
A prima vista potrebbe anche essere comodo, se siete entrati nel sito per cercare qualcosa, ma alla fin fine significa che le vostre preferenze sono state comunicate in giro per internet. Per questi motivi, Facebook ha ricevuto richieste di porre un freno a queste procedure da vari garanti della privacy. Ma alcuni utenti sono andati anche oltre, proponendo di cancellare le proprie utenze per protesta il 31 maggio.
Nell'ultimo mese sta facendo parlare di sé un nuovo network, non ancora aperto, che, secondo le promesse, permetterebbe a ciascuno di decidere per proprio conto se condividere i propri dati e a che livello. Il sito è Diaspora che afferma di aver ricevuto contributi volontari per cominciare le operazioni (data prevista: settembre).
Ovviamente la privacy è una cosa seria; uno dei motivi per cui siamo tempestati di telefonate da parte di call center che ci vogliono vendere di tutto, è proprio la condivisione non voluta dei propri dati (ricordo di aver negato via fax il mio permesso all'utilizzo del mio numero telefonico per le offerte commerciali, ma non è servito un granché). Tuttavia, rendiamoci conto che il semplice uso di una carta di credito, l'acquisto via internet o per corrispondenza, addirittura le donazioni a società onlus, portano tutte condividere i propri dati con soggetti che non conosciamo nemmeno. Avete mai notato che anche le società più serie, al momento di chiedervi le firme, affermano che i vostri dati saranno passati a organizzazioni terze per necessità imprescindibili? E di cui non sono riportati gli estremi.
Purtroppo viviamo in un momento in cui non si tratta di rendere un prodotto appetibile, ma bensì di convincere il potenziale cliente che non ne può proprio fare a meno. Per evitarlo si può fare veramente poco. Almeno per ridurre il rischio, impostate il vostro browser per dimenticare i coockie all'uscita ed utilizzate le funzioni di memorizzazione delle password, che restano sul proprio computer. In questo modo farete dei login quasi automatici nei vostri siti preferiti, ma non vi porterete dietro nessuna traccia!

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