Qualche giorno fa, Google ha annunciato il suo ingresso nelle realtà virtuali rilasciando Lively, un sistema per costruire ambienti virtuali sul web.
Alcuni operatori del settore hanno visto in questo annuncio una sorta di laurea: se anche un'azienda innovativa come Google entra nel ramo, allora avevamo ragione a farlo anche noi!
A quante sembra, secondo gli stessi responsabili di Google, questo era un progetto 20%: infatti ogni sviluppatore di Google passa un giorno a settimana su progetti di proprio interesse, anche senza nessun legame con la propria responsabilità lavorativa (questo spiega perché le iniziative di Google sono spesso molto diverse tra loro e con punti di innovazione). In seguito comunque questo è diventato un progetto vero e proprio, a tempo pieno.
Viene subito da pensare a Second Life, dove ogni partecipante si può costruire una vita virtuale parallela (appunto, una seconda vita). Però Lively dovrebbe essere completamente diverso: si tratta infatti di un sistema per costruire sul web delle stanze virtuali personalizzate, in cui i visitatori possono muoversi con i loro avatar, per visitare quanto il proprietario del sito ha predisposto; quindi poca libertà per i navigatori: si vede e si interagisce solo come previsto.
I link alle varie stanze vengono inseriti in una pagina web e cliccandoli viene lanciato il plug-in di Lively (o si viene invitati a scaricarlo se non è installato) ed il tutto avviene in una finestra del browser. L'autore della stanza può aggiungere quadri legati a fotografie, altri link interni che portano in altre stanze e così via. Google fornisce quanto serve per integrarsi con altri siti del proprietario, come account YouTube o Picasa e per muoversi non si fa altro che spostare il proprio avatar con il mouse. Questo è certamente meno reale di quanto accade nei mondi virtuali, ma è molto semplice.
Gli oggetti da inserire nel proprio mondo devono essere scelti tra quelli messi a disposizione da Google, che si appoggia a designer esterni: nessuno potrà costruire un tavolo a due zampe! Questo significa che Google intende spenderci un po' per dare sempre più accessori da inserire nelle stanze. Ho detto spenderci: infatti si appoggia a due aziende che sviluppano appunto oggetti per i mondi virtuali. Notizie dicono che Google sta lavorando per aprire un po' di più le possibilità degli utilizzatori, ma per il momento non se ne sa nulla.
Altra limitazione: i possibili avatar sono solo 11 (ma si possono personalizzare gli abiti ed i capelli).
Alla fin fine, Lively non sembra essere un vero mondo virtuale, ma bensì un nuovo modo di concepire un sito web: invece di pagine si parla di stanze, i contenuti diventano oggetti; le condivisioni di fotografie potrebbero diventare quadri appesi sulle pareti della stanza, i racconti potrebbero essere letti dentro libri virtuali e così via. Se la pensiamo in questo modo, allora sì, sembra che Google si stia inventando un nuovo modo del web.
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