2007-12-17

Google knol e Wikipedia

Tutti ormai conosciamo Wikipedia, la famosa enciclopedia OpenSource on-line.
Il principio è veramente open: chiunque pensi di essere capace a spiegare un argomento può entrare sul sito (anche senza essersi prima registrato) ed inserire le sue conoscenza. Dato che la mamma dei cretini è sempre incinta... questo vuol dire che chiunque potrebbe scrivere notizie insulse o di parte, cosa che su una enciclopedia non deve esistere. Wikipedia (il cui nome deriva dal software di base usato, Wiki) risolve questo problema dando la possibilità ad un qualunque utente di entrare su quanto scritto da altri e correggerlo a proprio piacimento; un sistema di tracciamento permette comunque di tornare indietro, in caso sia la correzione ad essere truffaldina. Questo dovrebbe garantire alla fine l'obiettività media delle varie voci, accompagnando il tutto da discussioni, talvolta accese, sulla necessità di cambiare certe espressioni e di eliminarne altre. Wikipedia si è generata anche una schiera di amministratori eletti dagli utenti, che possano seguire le controversie ed eventualmente bloccare utenti troppo esuberanti.

Nonostante questo, un problema che viene spesso rinfacciato è che in un determinato momento una certa voce potrebbe essere cambiata da vandali o comunque utenti di parte; se in quel momento vi si accede, si potrebbe trovare un'informazione errata. Inoltre, il tracciamento all'ultimo utente è possibile, ma le informazioni sono solo relative al nickname e/o indirizzo IP, favorendo quello strano fenomeno per il quale nella rete la gente si diverte spesso a fare quello che non può nella vita reale; inoltre il visitatore occasionale non ha strumenti per capire se l'ultima variazione è stata fatta da un utente serio o no. I casi conclamati di vandalismo occulto sono pochi e per lo più legati alla cronaca attuale, ma ciò non toglie che siano possibili, nonostante il grande lavoro degli amministratori. Un'indagine di qualche mese fa, indicava che scegliendo a caso alcune voci, Wikipedia conteneva la stessa percentuale di errori della famosa Enciclopedia Britannica!

Ora è notizia di pochi giorni: anche Google lancia la propria base di conoscenza, simile a Wikipedia, chiamata knol, contrazione di knowledge (conoscenza), per ora in versione beta e con autori ad invito. Una duplicazione? Sembrerebbe di no, soprattutto se confrontiamo i metodi.
Infatti, su knol verrà richiesto che l'autore sia ben definito con i suoi dati (essere individuati dovrebbe eliminare gli utenti gigioni), nessun utente potrà cambiare quanto scritto da un altro, ma chiunque potrà scrivere un articolo in competizione con quello già esistente: saranno gli utenti finali a indicare, tramite proprie valutazioni, quale sia il più attendibile o comunque fatto meglio.
Sarà inoltre possibile, a scelta dell'utente, inserire pubblicità sulla pagina, i cui proventi saranno suddivisi con l'autore: questo dovrebbe spingere a scrivere articoli al meglio delle proprie possibilità, in quanto saranno maggiormente valutati e quindi visitati.

Come si vede, Wikipedia e knol si differenziano proprio per certi concetti di base; la prima sembrerebbe più aderente ai concetti OpenSource, in cui ciascuno contribuisce con lo scopo di migliorare il tutto, mentre la seconda cerca di tenere sotto freno gli eccessi esibizionistici di taluni, facenti cronicamente parte della realtà.
Valutare ora quale sia la formula migliore è difficile; come autore (poco prolifico) di Wikipedia fin dagli inizi della parte italiana, sono sempre stato convinto che la formula OpenSource dovesse essere privilegiata; d'altra parte, man mano che Wikipedia cresce, assisto da un lato ad interventi vandalici fatti al solo gusto di distruggere, oppure per far risaltare il proprio pensiero a scapito degli altri; dall'altra al paziente lavoro degli amministratori per ripristinare le voci fatte bene, magari dopo estenuanti discussioni, costellate di provocazioni.
Quindi, nonostante resti convinto della bontà di Wikipedia, penso che darò più di una possibilità a Google knol e vedremo; nulla vieta di contribuire ad entrambi, sperando che la concorrenza diventi costruttiva; non è la prima volta che i creatori di Google tirano fuori un bel coniglio dal cappello... e ricordiamo: è sempre meglio avere due possibilità che non averne alcuna!
La rivoluzione del Web 2.0 va avanti...

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