2006-12-05

Polonio, lo sconosciuto?

Notizie e supposizioni a non finire sulla vicenda degli avvelenamenti a base di Polonio. Ma di cosa si tratta?
Elemento presente in natura con concentrazioni basse, può anche essere prodotto per irradiazione di altri materiali. Ha una vita media (cioé dimezza la sua attività) di 138 giorni: pur essendo un decadimento veloce, resta comunque presente per un certo periodo. La sua emissione avviene soprattutto per particelle alfa e raggi gamma a bassa intensità. Viene spesso utilizzato in reparti produttivi per eliminare l'elettricità statica.
La radiazione alfa ha una particolarità che la distingue dagli altri tipi: essendo in pratica un nucleo di Elio (2 protoni + 2 neutroni), è una particella piuttosto pesante ed avendo una carica elettrica, interagisce facilmente con la materia. Insomma, una particella alfa viene fermata anche da spessori molto piccoli: un foglio di carta, lo strato superficiale della pelle composto da cellule morte. Questo porta al fatto che in condizioni normali il pericolo da alfa è molto basso.
Se però un composto alfa-emittente viene ingerito o inalato può compiere grossi danni. Infatti, dato che la alfa viene quasi immediatamente frenata dalla materia che incontra, deposita tutta la sua energia in spazi piccolissimi; se la materia è p.es. stoffa o i primi strati epidermici, nulla succederà: l'energia viene dissipata e la alfa è neutralizzata. Ma se la materia è p.es. lo strato interno dello stomaco, tale energia distruggerà tutto al suo intorno, cioé cellule vive della parete gastrica. E' come se avessimo inserito un cavallo di Troia al nostro interno: finché resta fuori non c'è problema, ma all'interno non ci sono difese. Se la quantità ingerita è sufficientemente alta, la morte è quasi sicura.
Perciò è quasi impossibile restare irradiati solo transitando vicino ad una persona che ha ingoiato Polonio, a meno che non ci siano polveri che possano essere inalate oppure, in caso di cure cliniche, se si viene a contatto con i fluidi corporei, che contengono una buona concentrazione dell'attività totale; o ancora, in caso di contatto tra una sorgente ed una ferita, che possa far arrivare la sorgente stessa all'interno del corpo.
Ovviamente, questo ne fa una sorta di arma per omicidi selettivi: si può colpire un bersaglio inducendolo in qualche modo a inghiottire una sorgente alfa, senza che questa danneggi persone vicine; naturalmente senza contare il trasporto della suddetta sorgente fino a dove serve... Però il trasporto può essere fatto in modo sicuro, con piccole schermature.

I sintomi sono quelli tipici da radiazione: vomito, nausea, diarrea; tanto più violenti quanto maggiore è stata l'irradiazione, fino ad arrivare alla distruzione del midollo osseo (molto sensibile alle radiazioni), aumento delle infezioni e perdite ematiche.
Per avere danni riscontrabili, la dose assorbita deve essere superiore a circa 1 sievert; per dare un termine di confronto, una radiografia del torace si aggira sui 20 milionesimi di sievert ed il fondo naturale di radiazione è attorno a 2 millesimi di sievert all'anno. Per una radiazione di 4 sievert (non curati) la mortalità entro 30 giorni è di circa il 50%.

Spero di aver dato un quadro comprensibile, per ridurre un po' di rumore. Forse dipende anche dal fatto che non conosciamo sul serio le situazioni di cui si parla. Mi piacerebbe infatti sapere dove sono state trovate le tracce di radioattività nei locali e sugli aerei; si trattava di polveri? Allora il problema ci sarebbe.

2 commenti:

[Admin] ha detto...

Bel post.
Io ogni tanto, con nostalgia, mi porto in giro, acceso, il mio Detector Semat (1 bip/5sec = 1 mrad/h)...
LOL

MassimoM ha detto...

eh eh! Se ti vede qualcuno penserà che c'è stata una perdita radioattiva da qualche parte!