Le campagne elettorali per la presidenza negli USA sono sempre state una sequenza di colpi bassi e pubblicazioni sui media di quello che l'altro vorrebbe nascondere; in effetti, qualunque scheletro nell'armadio viene riesumato ed esaminato (in effetti, può essere anche un buon metodo!).
Questa volta ci si sono messi di mezzo anche gli hacker: è infatti notizia di qualche giorno fa di un'intrusione nella casella di posta elettronica della candidata repubblicana alla vice-presidenza (fatto importante, in quanto per la legge americana, è già un problema che un politico usi una mail non ufficiale per la corrispondenza di lavoro).
A quanto sembra, l'indirizzo sarebbe xxxxx@yahoo.com; l'hacker ha fatto sapere di non aver utilizzato nessun mezzo strano e di aver trovato tutte le informazioni per accedere alla casella semplicemente girando su internet: luogo e data di nascita e persino la risposta alla domanda segreta in caso di smarrimento della password (metodo usato per entrare nella casella).
Lasciando da parte le implicazioni politiche, si apre nuovamente la questione della sicurezza delle caselle di posta comuni, tipo gmail, yahoo, hotmail e molte altre. Infatti, mentre possono essere considerate quasi sicure per la gente normale, non lo sono altrettanto per le persone che per qualche motivo sono comparse sulla rete, lasciando tracce dei propri dati personali; tra siti di news, blog e social network, le informazioni si sprecano.
L'unico metodo sarebbe quello di fornire password e domande segrete completamente slegate dalla vita reale: però... bisogna ricordarsele!
Personalmente, non penso che qualcuno possa essere così interessato a quello che scrivo; tuttavia uso nick e password diverse su ogni sito in cui decido di registrarmi; l'elenco totale è mantenuto sul Palm, con backup regolari sul computer. Però, accidenti che fatica!
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