2012-08-12

25 anni di HyperCard


Nel "lontano" 1987, l'11 di agosto, all\'uscita del System 6, il sistema operativo dei Mac di allora, si scoprì sui dischetti di sistema uno strano software chiamato HyperCard. Sconosciuto ai più, veniva aperto all'inizio solo per curiosità dai più smanettoni. Una volta aperto, mostrava una scheda a tutto schermo, con all'interno qualche pulsante, indicati con la loro funzione: agenda, contatti,... L'autore, all' inizio sconosciuto, venne poi indicato in Bill Atkinson
Cliccando su uno di questi, lo schermo veniva occupato dall'oggetto in questione: per la prima volta con un sistema operativo grafico si aveva a disposizione una suite di strumenti per gestire un po' di dati personali. Ciascuna di queste applicazioni era vista piuttosto come una serie di schede (si chiamavano stack), anche se all'utente questa realtà era nascosta, in perfetto stile Apple.
Se si dava il comando da menù Nuovo Stack, si otteneva una scheda bianca... e ci si domandava che fare! Ma presto ci si rese conto che si trattava di un modo di programmare For the rest of us! Bastava infatti entrare un po' più a fondo nel sistema per accorgersi di avere a disposizione un mezzo potentissimo per farsi le proprie applicazioni: bastava inserire un oggetto (per esempio un pulsante), doppio click per aprire il suo contenuto e si incominciava a scrivere codice. Il bello era che chiunque con un minimo di conoscenza della logica poteva scrivere script in HyperTalk, anche per azioni complesse: bastava conoscere l'inglese e si era a posto! Per esempio, supponiamo di voler cercare un appuntamento nello stack agenda, chiedendo all'utente il nome dell'appuntamento; bastava scrivere nello script del pulsante:

on mouseUp
    Ask "Inserisci il nome da cercare"
    if it is empty then go home
    else
        put it into ricerca
        set cursor to watch
        mark cards where card field "nome" is ricerca
    end if
end mouseUp

Dopo poco tempo, cominciarono a comparire miriadi di nuovi stack, spesso gratuiti in quanto scritti da non sviluppatori per propria utilità e messi a disposizione della comunità: tool di statistica, database per svariati usi, comandi di apparecchiature esterne via interfaccia seriale, addirittura primi programmi per la scrittura di pagine web e persino giochi!
È incredibile pensare alla potenza disponibile su un computer con al massimo 1 MB di RAM; nel momento del suo massimo fulgore, HyperCard con gli stack di base stava su 2 dischetti da 800kB!
Sembra che Atkinson avesse fornito HyperCard ad Apple con l'indicazione che dovesse restare gratuito ed infatti così fu per un po' di tempo. Poi arrivarono i Mac a colori(HyperCard restò sempre ufficialmente in bianco e nero, usando un ottimo dithering per rappresentare le immagini - esistevano alcuni stack che fornivano una sorta di strato colorato agli oggetti, con ottimo risultato, ma nulla più), i sistemi di programmazione web... ma questa è storia recente. Nel 2004 Apple annunciò ufficialmente che HyperCard non sarebbe più stata né fornita ne sviluppata (in realtà lo sviluppo era fermo da tempo).
Oggi, a 25 anni di distanza, esistono ancora gruppi di utenti che utilizzano gli stack, per l'estrema semplicità d'uso e la facilità con cui si possono apportare modifiche alla logica. Purtroppo occorre avere un computer ancora con il vecchio sistema operativo (oppure usare Sheepsaver su MacOSX!). Altri sono passati a sistemi alternativi, come SuperCard, PythonCard o Revolution.


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