Ricordiamo infatti che la nostra attuale legge considera la condivisione di opere protette un atto da perseguire sia civilmente che penalmente; il download invece viene invece sanzionato con una multa.
Erano perciò stati identificati un certo numero di indirizzi IP, per i quali la Peppermint aveva chiesto a Telecom, per quanto riguarda l'Italia, di fornire i nominativi corrispondenti (quasi 4000 persone); il Tribunale di Roma aveva avvallato questa richiesta, per cui Telecom fornì i nomi. Queste persone tra giugno e luglio dello scorso anno si videro recapitare una raccomandata con la richiesta del pagamento di qualche centinaio di euro come rimborso simbolico per i diritti non pagati; la Peppermint dichiarò di non voler passare al penale, se non nel caso di rifiuto del pagamento (intervista del loro legale).
Altre case discografiche si aggiunsero (evidentemente il monitoraggio non era un caso isolato), sempre con le stesse modalità: un pagamento in cambio di non finire nel penale. Peccato che questo reato possa essere perseguito d'ufficio: quindi il pagamento poteva essere visto come un'ammissione di colpa, seguita probabilmente da una incriminazione sulla base della citata legge.
Poi entrarono nel giro alcune associazioni di consumatori (in particolare Altroconsumo e Adiconsum) e la vicenda qualche tempo fa è finita sulla scrivania del Garante per la privacy, dato che in qualche modo Logistep ha tenuto traccia dei comportamenti di utenti della rete.
Oggi è arrivata la decisione del Garante, che si è anche riferito ad una decisione simile della corrispondente autorità svizzera: ha ritenuto illecita l'attività di Logistep e Pippermint. La decisione è basata su 3 punti:
- Secondo il Garante, infatti, la direttiva europea vieta monitoraggi capillari e prolungati da parte di soggetti privati.
- Essendo le reti P2P dedicate allo scambio di file personali, l'utilizzo dei dati raccolti può essere usato solo a questo scopo e non, p.es., per effettuare una richiesta di risarcimento danni.
- I dati sono stati raccolti e trattati senza l'autorizzazione necessaria delle persone coinvolte e nemmeno di quelle che poi sono risultate estranee alla constestazione.
Come conseguenza di questa decisione, Logistep e Peppermint avranno tempo fino al 31 marzo per cancellare definitivamente ogni registrazione così ottenuta.
E qui si dovrebbe chiudere la vicenda.
Naturalmente, secondo la legge attuale, questo non significa che il mettere in condivisione opere protette da diritto d'autore sia diventato legale. Basta infatti che il monitoraggio venga effettuato dalle forze dell'ordine tramite autorizzazione del magistrato. Si tratta soltanto di uno stop ad attività che giudico simili a chi cerca di farsi giustizia da solo, a torto o ragione. Come detto altre volte, lo scambio di opere protette continua ad essere un reato.
[sorgente: Reuters]
Naturalmente, secondo la legge attuale, questo non significa che il mettere in condivisione opere protette da diritto d'autore sia diventato legale. Basta infatti che il monitoraggio venga effettuato dalle forze dell'ordine tramite autorizzazione del magistrato. Si tratta soltanto di uno stop ad attività che giudico simili a chi cerca di farsi giustizia da solo, a torto o ragione. Come detto altre volte, lo scambio di opere protette continua ad essere un reato.
[sorgente: Reuters]
1 commento:
Milioni di persone lo utilizzano... ma per scopi illegali! Il P2P è un ottima modalità di download, poiché sfrutta un protocollo che può raggiungere velocità che il normale HTTP non si sogna neanche!
Ho utilizzato il P2P per scaricare NeoOffice e ci ho messo meno di un quarto d'ora, contro l'oretta buona dell'HTTP!
Se solo tutti sapessero come utilizzarlo, sarebbe un'alternativa veramente eccezionale, per scambiarsi file LEGALI!
Peccato che, il 90% dei file che girano su queste reti sono illegali... cancellarli tutti sarebbe veramente difficile... e lo stesso vale per Gnutella e eDonkey!
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