2025-10-20

MacOS Dual Boot (installazione da disco esterno)

Recentemente ho avuto un problema "divertente": aggiornato al nuovo MacOS Tahoe, ho scoperto che la minaccia di sospendere completamente il supporto alle schede audio FireWire (ampiamente annunciato, devo dire...) è arrivata a buon fine: la scheda (una MOTU Traveler mk3) non veniva più vista. La cosa si vede anche entrando nelle Informazioni di Sistema (Menu Mela, tenendo premuto il tasto Option): andando nella sezione Estensioni:


La prima idea è stata quella di tornare indietro al precedente MacOS Sequoia, dove tutto funzionava, però: 

  • il nuovo sistema non mi dispiace, la velocità del nuovo Spotlight è impressionante, per cui vorrei tenermi l'aggiornamento (il download era stato piuttosto lungo);
  • da quando ho scoperto come mettere i contenuti audio di Logic su un disco esterno, ho spazio disponibile sul disco.
Mi è allora venuta l'idea di installare il vecchio OS su un secondo volume dell'SSD interno, realizzando un sistema Dual Boot, decidendo all'avvio da quale disco far partire il sistema.

Col senno di poi, ho scoperto che se si volesse creare un utente diverso dall'amministratore attuale sul nuovo volume, deve essere aggiunto prima della creazione del nuovo volume (cioè sul volume esistente). 

Da qui in poi, soprattutto nei primi passaggi, occorre un minimo di attenzione: la possibilità di perdere dati è reale, anche se bassa. Quindi, prima di dare un OK, controlliamo che la selezione sia quella giusta e stiamo attenti a quanto stiamo per fare. È necessario l'uso del terminale di MacOS: quando si sbaglia a scrivere, si possono fare buoni danni. Inoltre dobbiamo fare tutto da un account amministratore, di cui conosciamo la password.

Per prima cosa, mettiamo a scaricare l'OS che vogliamo aggiungere (nel mio caso Sequoia), così, mentre facciamo il resto, ci portiamo un po' avanti (sono 15 GB di roba). L'installer si trova sullo Store: cercare tra gli acquisti passati, cliccando sul proprio nome, in basso a sinistra.

L'SSD interno è formattato in APFS, per cui non si rischia nulla ad aggiungere un nuovo volume (non è nemmeno necessario il riavvio): lanciare Utility Disco (usando Spotlight è più rapido), selezionare "Mostra tutti i dispositivi"


selezionare il contenitore del disco interno
e dal menu sulla destra scegliere di aggiungere un nuovo volume
(niente "partizione", a meno di non voler creare un disco per Windows). Il nuovo volume condivide lo spazio con quello esistente, per cui non è necessario decidere quanto spazio dedicare.

Naturalmente, bisogna formattarlo (attenzione a scegliere quello appena inserito e non l'altro...), per il quale scegliamo ancora APFS (teniamo la mappa di partizione consigliata): dopo una decina di secondi avremo un nuovo volume pronto a ricevere dati. Ora dobbiamo attendere che finisca il download del sistema (è il momento di alzarsi per fare un giro e riposare gli occhi).

Download finito, l'installer è stato scaricato nella cartella Applicazioni. Ce ne accorgiamo perché viene lanciato in automatico e ci dice che non può fare nulla su un sistema più recente: ovviamente ha ragione! Se provate a fare doppio click, vi darà la stessa risposta.

L'unico modo è costruirsi un disco esterno riavviabile che carichi l'installer prima del sistema attuale. Se abbiamo una pennetta USB3 da almeno 20 GB possiamo usarla, senza dedicargli un disco esterno: infatti il successivo passaggio ne cancellerà tutto il contenuto (siete avvisati).

Inseriamo la chiavetta scelta in uno slot diretto del Mac: meglio non fidarsi di un hub, per quanto sia alimentato; se necessario, usiamo uno di quei raccordi a USB-C di cui saremo già forniti. Supponiamo che questa chiavetta si chiami "MioDisco", per indicarla nel comando successivo.

Apriamo il Terminale (usando nuovamente Spotlight) e scriviamo con cura il seguente comando, rispettando spazi e lettere maiuscole/minuscole:

sudo /Applications/Install\ macOS\ Sequoia.app/Contents/Resources/createinstallmedia --volume /Volumes/MioDisco

Ci verrà richiesta la password da amministratore e il processo comincia; è piuttosto lungo: deve creare tutto quello che serve perché la chiavetta possa avviare il Mac e dopo deve copiare al proprio interno 15 GB di roba, per cui dobbiamo pazientare. Il terminale mostra l'avanzamento delle operazioni.

Una volta finito, abbiamo un volume USB in grado di riavviare il Mac, dal nome Install macOS Sequoia:




Però il Mini non sa che deve usare proprio quello per avviarsi. Bisogna quindi trovare in rete (meglio sul sito di supporto Apple) come arrivare al riavvio in Safe Mode: sul mio Mac Mini M1 occorre spegnere completamente il Mac e riavviarlo tenendo premuto il pulsante di accensione finché non compaiono le icone del disco interno, dell'installer e l'ingranaggio con l'etichetta Opzioni: scegliendo l'installer, parte il processo.

Qui le istruzioni ufficiali si fanno nebulose: compare una finestra che afferma di voler recuperare MacOS (che non è quello che vogliamo noi) ma non facciamoci caso e andiamo avanti, scegliamo un utente e forniamo la sua password (questo passaggio mi è stato richiesto due volte senza spiegazioni: forse una per autorizzare e l'altra per sbloccare il disco interno, normalmente criptato).

Ora finalmente chiede su quale disco installare il nuovo (cioè, ehm, il vecchio) sistema operativo: ovviamente scegliete il nuovo volume creato con Utility Disco (se scegliete l'altro, cancellerete tutto!). Da qui in poi, va in automatico, eventualmente chiedendo nuovamente un amministratore esistente e la password.

Non dobbiamo far altro che attendere, nemmeno poi tanto tempo; ad un certo punto comincerà a chiedere le solite informazioni che servono durante l'installazione di un nuovo sistema, fino ad arrivare al termine,  Da segnalare che durante tutte le operazioni, tastiera e trackpad bluetooth continuano a funzionare anche tra i riavvii, non è necessario collegare questi dispositivi via USB.

E... abbiamo finito! Dobbiamo solo andare nelle Impostazioni di Sistema, scegliere Disco di Avvio e selezionare il disco / sistema operativo che desideriamo in quel momento. Ovvio che per passare da uno all'altro dovremo sempre riavviare: non possiamo far coesistere in RAM due sistemi operativi differenti! Quando vogliamo riavviare con l'altro sistema, basta cambiare il volume di avvio dalle Impostazioni.

Se però per qualche motivo abbiamo spento il Mac (oggi non lo si fa quasi mai!) e vogliamo subito avviare col sistema giusto, basta fare lo stesso procedimento del Safe Mode e scegliere il disco giusto quando ci viene mostrato: saremo costretti a fare due riavvii, ma gli SSD sono talmente veloci, che non avremo tempo di lamentarci!

Nonostante il Dual Boot sia ufficialmente supportato da Apple (per esempio per provare una versione magari non definitiva di un nuovo sistema), non tutto è sempre perfetto. Per esempio, può capitare che rientrando in uno dei due sistemi, venga richiesta nuovamente la password dell'account iCloud e, in seguito, tutti i nostri dispositivi ci avvertano che un nuovo Mac ha accesso alle applicazioni di iCloud. Evidentemente, il caso dello stesso utente sullo stesso computer ma con due sistemi operativi diversi genera qualche grattacapo alle API di Apple; però tutto va a posto inserendo la password.

Inoltre, ci troveremo davanti a cose interessanti: durante l'avvio dal volume 2, se avremo lo stesso utente su entrambi i sistemi, potremo leggere tutti i dati del volume 1 e viceversa! Allo stesso modo, se non ci sono problemi di compatibilità tra versioni diverse, potremo aprire i software installati nell'altro volume. senza dover installare nuovamente tutto.

Con una avvertenza: le app scaricate dallo Store, si autorizzano senza interventi, mentre quelle acquistate dal sito dello sviluppatore dovranno essere nuovamente registrate: conta in effetti come fosse un computer diverso. Per esempio:
  • Logic Pro (versione attuale compatibile sia con Tahoe che con Sequoia, scaricata dallo Store, viene avviata senza problemi (e vuole scaricare nuovamente i contenuti sonori, che possono nuovamente essere spostati su un disco esterno, ma diverso da quello usato prima).
  • Una app come QMidi, acquistata dallo sviluppatore, richiede la licenza, come su un computer separato. Se la licenza è per un solo computer (non è questo il caso), dovremo decidere dove usarla.
  • Una app dallo Store, che però è stata aggiornata senza retro-compatibilità, funzionerà solo sul sistema più nuovo, a meno che lo sviluppatore non abbia lasciato disponibile la versione vecchia: in quel caso dovremo avere due versioni dell'app, una per ogni sistema (il Mac sa quale scaricare).

Ancora una cosa: ad ogni riavvio, gli identificativi logici dei due dischi possono essere diversi; questo spiega perché, se mettiamo sul disco 1 un alias ad un file o app del disco 2, dopo il riavvio, l'alias non funziona più. D'altra parte, Spotlight funziona su entrambi i dischi: se trova più occorrenze dello stesso file o applicazione, le mostra entrambe, indicando il disco su cui si trova ciascuna.

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