2008-03-22

Web farm ecologiche

Andy Hopper, professore di ingegneria delle comunicazioni all'Università di Cambridge, anche noto per aver fondato nel 1978 la Acorn Computer, attiva fino al 2000, ha recentemente proposto alla comunità scientifica e tecnologica un progetto in cui si suggerisce che le web farm vengano installate dove più sono facilmente utilizzabili le energie rinnovabili.
In altre parole, parlando alla Royal Society di Londra, Hopper ha affermato che si otterrebbe un buon risparmio di emissione di anidride carbonica (responsabile dell'effetto serra) se tutte le web farm fossero installate in luoghi dove sole e/o vento sono più disponibili: tramite l'energia solare e quella eolica, verrebbe ad essere alimentata gran parte del web internazionale. Le web farm sono infatti grandi centri dove funzionano 24/7 i server su cui sono installati la maggior parte dei siti web. L'invito è ovviamente esteso anche a quei siti, soprattutto aziendali, che non si appoggiano alle web farm ma mantengono il proprio server nella sede della ditta. Basandosi sempre sul fatto che è più facile far viaggiare le informazioni invece dell'energia.
In questo modo, si utilizzerebbe parte di quell'energia che attualmente viene sprecata ogni giorno (sole e vento) e si ridurrebbe l'impronta ecologica delle ditte e della rete in generale.
Naturalmente, non sono tutte rose e fiori. Se pensiamo al solare, questi centri dovrebbero essere messi in zone a forte insolazione, ma sappiamo che il caldo non è gradito dai computer: il sole dovrebbe fornire sia l'energia elettrica per far andare i server che quella necessaria per tenerli al fresco (non conosco l'efficienza di un eventuale frigorifero solare). In più, bisogna pensare anche alla stesa dei cavi che devono collegare questi centri con la rete: più sono distanti dai nodi internet, più costa sia la stesa che la manutenzione. Anche le persone che si occuperebbero del funzionamento dovrebbero avere incentivi economici, dato che farebbero una vita tipo piattaforma petrolifera!
Inoltre, l'accentramento in zone isolate porrebbe anche problemi di sicurezza: dovrebbero essere protetti da attacchi terroristici, visto che in pochi km si concentrerebbe una grande percentuale del traffico internet, cioé delle comunicazioni virtuali.
Possiamo pensare ai deserti, alle zone ventose del pianeta; perché no, anche le zone con forti maree potrebbero essere sfruttate. In pratica, le stesse considerazioni che stiamo facendo da anni ogni volta che si parla di energie rinnovabili. Questo mi pare almeno un primo passo: forse è più facile pensare di costruire una web farm con annesso un plotone di pannelli fotovoltaici piuttosto che una centrale solare vera e propria, su cui tutti vorrebbero guadagnarci... Se avessi il capitale ci farei un pensierino: in Italia non ci sono tante web farm...

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